DELALTÈR

20 GIUGNO 2016, GIORNATA DEL RIFUGIATO

È USCITO ‘DELALTÈR-VERSO UN ALTRO ALTROVE’

IL NUOVO CD DOPPIO DEI LUF

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 Ogni uomo sogna di viaggiare, Il viaggio è attesa e speranza, desiderio ed irrequietezza, ricerca e scoperta, è coraggio e paura, è mistero, è fantasia, è nostalgia e abbandono, è passaggio, trapasso, è un percorso interiore, un sogno, è partire, lasciare, è un’andata, è un ritorno, è festa e allegria ma per qualcuno è solo fuga dalla disperazione. Quando il viaggio diventa fuga il viaggiatore diventa migrante. Il nuovo lavoro dei Luf è un “concept album” con tema “il viaggio”. Come sempre I Luf abbinano sapientemente divertimento e impegno, stemperando nell’allegria della musica temi tragici come la migrazione.

Verso un altro altrove”; il brano oltre ad essere il sottotitolo del disco ne è anche la prima traccia e ci introduce nel mondo di questo nuovo lavoro. Dopo un’introduzione che ci fa pensare all’oriente di colpo ci troviamo a ballare sui ritmi cari ai Luf che ci raccontano il disincanto di un viaggio, che partito con la speranza approda “fra gli ulivi e le lampare dove crescono le bare”. “Lampecrucis”, il secondo brano è dedicato all’isola martire di Lampedusa, “porta dell’Europa” ma per troppi cancello dell’inferno e croce da portare in un calvario senza fine. Il brano che segue “Ave Maria Migrante” è un’Ave Maria molto laica dove la Madonna diventa “madre di tutti i clandestini” che dopo aver “pianto suo figlio sulla croce ascolta le lacrime di chi non ha più voce”. Con “Delalter” il brano che da il titolo al cd, ritroviamo i Lupi della festa e dell’allegria che ci dicono che “piuttosto che star seduti meglio perdersi” l’importante è viaggiare muoversi “un po’ sù un po’ giù un po’ di qua un po’ di là tanto alla fine torniamo sempre a casa”. “Questa macchina”, a metà tra Johnny Cash e Coldplay, un viaggio con sapore d’America ma che profuma di montagna. “Don Vecare” è una passeggiata nella storia che sconfina nella leggenda: Giorgio Vicario il Bullo di Pisogne, bandito del ‘700 decapitato dai suoi stessi compagni di ruberie e malefatte. “Stelle” ci riporta nelle atmosfere più rarefatte del folk, brano autobiografico, con una band ogni sera su un palco diverso canta per un pubblico che sa “che con noi il bicchiere è sempre pieno mai a metà”. “Signora dai lunghi pensieri” è un viaggio negli affetti e negli amori che a volte ritornano “confondendo domani con ieri” perché “i ricordi sono boschi dove un fungo sembra un fiore”. “Camminando e cantando”, unico brano non scritto dai Luf, è una delle canzoni più popolari della musica brasiliana, portata al successo in Italia negli anni ‘60 da Sergio Endrigo e rivisitata anche da Gian Maria Testa in una bellissima versione live con Erri de Luca. “La lüna le ‘na randa mata” accompagna Ugo, amico fraterno e fan dei Luf nel suo ultimo viaggio rivolgendosi alla luna, tanto cara ai lupi, per avere risposte che non potranno mai arrivare. “Verso un altro altrove” ritorna in versione rock per socchiudere il cd, cantata da Alessadro Sipolo cantautore emergente e unico ospite del disco, che dotato di una voce estremamente evocativa da al brano un carattere quasi profetico. Il disco chiude con “Bare a Vela” una brevissima poesia accompagnata da sola chitarra “chi ha messo le vele alle bare lo sai solo tu”.

Nel tempo del disincanto è raro trovare qualcuno che voglia confrontarsi con temi d’impegno e sappia farlo senza la pedanteria dei predicatori da fiera paesana e dei sindacalisti della festa. I luf ancora una volta sanno parlare al cuore passando dalle gambe senza trascurare la testa. Si balla e si pensa in perfetto stile LUF.